Il treno: uno dei posti migliori per un lettore

Ci sono molte traiettorie che portano dal treno alla letteratura. Innanzitutto il treno è, senza dubbio, uno dei luoghi che più si addice ai lettori. Ci sono persone che scelgono di salire su un vagone esclusivamente perché così possono, finalmente, leggere. Questa esperienza è oggi ancora più preziosa oggi, dal momento che le linee ferroviarie offrono anche il miracolo della sconnessione.

I dispositivi elettronici rendono le persone perennemente reperibili, soprattutto per i loro datori di lavoro.

Con la scusa del cellulare, delle mail e dei collegamenti ad internet superveloci, usano il miraggio dello smart working per costringere i loro dipendenti a scrivere report e a sostenere call conference ben oltre le otto ore previste dal contratto. Con il viva voce ti perseguitano in automobile, con le video conferenze cancellano il tempo morto del viaggio, della trasferta.

Viaggiare senza connessione

Ma sulla linea dei Giovi, nelle gallerie tra Genova e Arquata Scrivia; oppure sulla Tirrenica o anche sull’alta velocità, le telecomunicazioni si arrendono, il segnale cade continuamente o è assente e si è finalmente liberi di addormentarsi, parlare con un compagno di viaggio o, naturalmente, leggere.

Un altro motivo per cui i lettori amano i lunghi viaggi in treno è che grazie ad essi possono vivere un’esperienza ormai quasi impossibile. Quante volte si legge sulla quarta di copertina di un romanzo la frase non riuscirete a staccarvi da questa storia o si legge tutto di un fiato? E capita che succeda davvero che si inizi un libro e si voglia leggerlo senza interruzioni. Ma quando lo si ha il tempo per farlo? Mai, tranne che in treno.

“Come una bestia feroce” di Edward Bunker

Un tempo, ad esempio, c’era il Napoli Express, che partiva da Napoli Centrale ed arrivava a Parigi – Gare de Lyon. Fermava a Genova in serata ed arrivava nella capitale francese di prima mattina. Prenotavi la cuccetta, e ti sembrava non solo di spostarti, ma di viaggiare sul serio. Se non riuscivi a prendere sonno, in quegli scompartimenti dove si dormiva in sei, leggevi. Oppure capitava che non prendevi sonno perché volevi leggere. Mi capitò con Come una bestia feroce di Edward Bunker, comprato nell’edizione dei Gialli Mondadori all’edicola della stazione Brignole. Come una bestia feroce è uno dei più bei romanzi di rapina che sia mai stato scritto: una storia spietata, che non lascia mai uno spiraglio di speranza per i suoi disperati protagonisti ma che, nonostante questo o proprio per questo, ti inchioda al suo ritmo che è l’esperienza di una vertigine; dell’inebriante sensazione di
potenza che si prova mentre si precipita verso l’inevitabile impatto con le conseguenze delle tue azioni. Bunker sapeva di cosa parlava: quel libro d’esordio lo scrisse mentre era in galera. La leggenda vuole che la scrittura abbia risparmiato all’autore la fine ingloriosa dei suoi personaggi; ed un suo cameo in Le Iene di Quentin Tarantino lo rese un “autore di culto”.

Ma aldilà della leggenda se ci vuole un viaggio in treno per riuscire a leggere un romanzo dall’inizio alla fine, per farlo il romanzo deve valere la pena. Oggi Bunker è morto e anche il Napoli Express non c’è più: peccato. Ma Come una bestia feroce lo trovate ancora, in libreria, anche se è del 1973. Non è invecchiato per niente.

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Simone Farello, già assessore e consigliere comunale di Genova, scrittore e blogger (“Simone Farello simply a reader”) scrive per “Superba” una serie di recensioni incentrate proprio sul mondo dei treni.