di Marco Galaverna

Nel mese di maggio di 150 anni fa, fu inaugurata la ferrovia Voltri – Savona. Quello di oggi è tuttavia un anniversario un po’ particolare, dal momento che del soggetto festeggiato sopravvive poco. Infatti, il raddoppiamento della linea ha comportato l’abbandono della maggior parte del tracciato originario.

I binari furono posati già nel 1856 da Sampierdarena a Voltri e quest’ultima località, che,
ricordiamo, sarebbe entrata a far parte del Comune di Genova soltanto settant’anni più
tardi, divenne sede di una stazione di testa: nella foto sopra riportata se ne vede il
fabbricato, per un lungo periodo poco utilizzato ma da qualche tempo recuperato per i treni regionali che vi fanno capolinea.

Il collegamento con Savona, inaugurato appunto nel 1868, non fu attuato prolungando i
binari tronchi di Voltri verso ponente ma realizzando una diramazione sul tracciato
esistente, a monte della prima stazione, e un nuovo fabbricato viaggiatori a servizio dei
binari passanti. Una planimetria dell’impianto si trova nell’articolo [1].

La nuova linea fu costruita quasi dappertutto prossima alla linea di costa e la natura
accidentata dei luoghi, caratterizzata da scogliere a picco fra le insenature dei centri
abitati, obbligò a realizzare un tracciato tortuoso, con gallerie non lunghe ma numerose. Nelle località attraversate, si scelse per lo più di posare il binario a mare dell’abitato, praticamente a ridosso dell’arenile, e ciò comportò una frattura nella storica contiguità fra quei borghi, da sempre legati alla pesca e alla marineria, e le antistanti spiagge.

Il collegamento fra Genova e Ventimiglia fu completato nel 1872 e la sezione Voltri – Savona si trovò quindi a far parte di un collegamento internazionale tra l’Italia e la Francia.

L’aumento dei traffici rese presto necessario il raddoppiamento del binario, che fu attuato molto lentamente per piccole tratte, come si può leggere, ad esempio, nell’articolo [2], e non è ancor oggi completato tra Finale Ligure e Andora.

Fra Sampierdarena e Voltri il raddoppiamento fu realizzato in sede e completato negli anni
Trenta, con limitate modifiche alle opere esistenti. Dopo Voltri, il raddoppio della linea
raggiunse Varazze nel 1968 e Savona nel ’77. Da Voltri a Vesima fu mantenuto in
esercizio il binario esistente, per i treni pari, e il raddoppiamento fu attuato posando un
nuovo binario, per lo più in galleria, un poco a monte. I due km fra Voltri e Vesima
costituiscono la sezione più lunga della ferrovia originaria sopravvissuta fino a oggi,
insieme con l’impianto di Vesima, un tempo stazione con binario di incrocio e ora semplice
fermata.

Da Vesima a Savona la vecchia sede fu abbandonata ma è ancora facilmente
riconoscibile, dai numerosi portali delle gallerie. Essa, nelle aree urbane, è stata utilizzata
variamente per giardini pubblici, parcheggi o passeggiate; fuori degli abitati è stata in parte convertita in un percorso ciclistico e pedonale e in parte usata per allargare la via Aurelia.

Della vecchia ferrovia sopravvivono il fabbricato viaggiatori della stazione di Arenzano, che oggi ospita la locale Croce Rossa e uffici comunali, nonché il fabbricato viaggiatori e il magazzino merci della stazione di Albisola Capo. Sono invece scomparsi i fabbricati delle stazioni di Varazze, Celle Ligure e Savona Letimbro.

Particolare è il caso di Cogoleto. La prima stazione, del 1868, fu costruita in legno; nel 1943, fu sostituita da un fabbricato in muratura. In quel punto, il nuovo tracciato risultò tangente a quello vecchio e pertanto, in occasione del raddoppiamento, per i nuovi binari fu possibile mantenere il fabbricato viaggiatori, seppur leggermente fuori asse.
Oltre agli articoli citati, sulla ferrovia Voltri – Savona è stato pubblicato il libro [3], purtroppo di difficile reperibilità, che non ho potuto consultare; esso risulta nel catalogo di una biblioteca pubblica savonese.

[1] Lorenzo Acquilino, “La ferriera di Voltri”, Rivista I Treni, n. 147, aprile 1994
[2] Adriano Betti Carboncini, “La ferrovia ligure”, Rivista i Treni, n. 126, maggio 1992
[3] F. Dell’Amico, F. Rebagliati, “I 120 anni della linea ferroviaria Voltri – Savona”,
Dopolavoro ferroviario di Savona, 1988.
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Marco Galaverna

Nato a Genova nel 1963, si è laureato in Ingegneria Elettronica presso l’Università degli Studi di Genova e presso il medesimo ateneo ha conseguito il Dottorato in Ingegneria Elettrotecnica. Dal 1989 fornisce supporto presso la stessa Università alle attività didattiche per diversi corsi attinenti all’Ingegneria dei Trasporti. Socio dal 1990 del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani (C.I.F.I.) è stato Delegato della Sezione di Genova di tale Collegio dal 1998 al 2006. È autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche nel campo dell’Ingegneria dei Trasporti e del libro “Tecnologie dei trasporti e territorio” insieme al Prof. Giuseppe Sciutto. Dal 1992 è docente di Elettronica e materie affini presso l’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore Einaudi-Casaregis-Galilei di Genova.