di Marco Galaverna

In varie pubblicazioni si legge che la “29” della Ferrovia Genova – Casella sarebbe la più antica locomotiva elettrica italiana ancora in funzione, essendo stata costruita nel 1924 e impiegata fino a oggi per i treni storici. Ciò forse è vero ma è necessaria qualche precisazione.

Diciamo subito che la più antica locomotiva elettrica ancora funzionante in Italia va ricercata fuori dell’ambito FS per ragioni tecniche e storiche. Infatti, le FS avviarono le proprie elettrificazioni col sistema a 3000 V in corrente continua (c.c.), tuttora in uso, soltanto dal 1928 mentre altre ferrovie locali italiane, non appartenenti alle FS, avevano adottato la trazione elettrica, con diversi valori di tensione, già qualche anno prima.

In verità, alla loro costituzione nel 1905, le FS avevano ereditato da società precedenti linee elettrificate con terza rotaia, a 650 V c.c., e altre a corrente alternata trifase con doppio filo aereo. Alcune locomotive concepite per quei sistemi sono conservate a scopo museale ma oggi non potrebbero più circolare, perché i necessari impianti di alimentazione non esistono più; fra quelle, è da ricordare la più antica locomotiva elettrica italiana in assoluto, la E.430.001 del 1901, che si trova al Museo Leonardo da Vinci di Milano.

Per la nostra ricerca, occorre quindi volgere l’attenzione verso le ferrovie regionali che non fanno parte della rete FS, linee che fino a pochi anni fa erano dette in concessione.

Fra queste spicca la Torino – Ceres [1], a scartamento normale, che attivò l’esercizio a trazione elettrica a 4000 V c.c. nel 1920, con la piccola serie di locomotive FTC 11 – 15. Due di queste, la n. 13 e la n. 15, sopravvissero alla demolizione; la n. 13, danneggiata nel 2000 da un’alluvione, fu restaurata esteriormente nel 2008, come peraltro la n. 15. Essa non è oggi in ordine di marcia ma, se venisse riparata, diventerebbe la più antica locomotiva elettrica funzionante: il sistema a 4000 V non esiste più, ma, a potenza ridotta, la macchina potrebbe marciare anche alimentata a 3000 V.

Sulla ferrovia Domodossola – Locarno, a scartamento metrico ed elettrificata a 1200 V c.c., esistono ancora alcune elettromotrici della dotazione originaria, classificate ABDe 4/4 secondo l’uso svizzero, costruite nel 1923. La n. 17 è funzionante, fa parte del locale treno storico e mette quindi in forse il primato della Genova – Casella. È vero che la cassa di qualche ABDe 4/4 è stata rifatta, ma anche la nostra “29” ha subito vari rimaneggiamenti, fra i quali la modifica dello scartamento. Il primato della “29” potrebbe reggersi su un cavillo terminologico: la ABDe 4/4 è un’elettromotrice mentre la “29” nacque come vera e propria locomotiva: divenne un’elettromotrice nel 1962, quando vi furono installati 16 posti a sedere per viaggiatori [2].

Soltanto un cenno alle tre locomotive E151 (scartamento normale, 3000 V c.c.) accantonate presso la Ferrovia Centrale Umbra: esse risalgono addirittura al 1918 ma sono fuori uso da molti anni; potei vederne una in marcia a Perugia nel 1996, senza riuscire a fotografarla.

Citiamo per ultimo il vero record di anzianità fra i mezzi elettrici in Italia. Sulla linea Collalbo – L’Assunta (BZ), a scartamento metrico ed elettrificata a 750 V c.c., sono funzionanti le elettromotrici a due assi n. 11 e 12, al momento non utilizzate, la n. 2 a carrelli, tutte del 1908, e l’elettromotrice a carrelli “Alioth”, del 1910, disponibile al servizio. Però, secondo un’opinione, la linea Collalbo – L’Assunta sarebbe una tranvia extraurbana più che una ferrovia e quindi i suoi ultracentenari rotabili non parteciperebbero alla gara di anzianità nella stessa categoria della Genova – Casella. In effetti le elettromotrici n. 11 – 12 furono costruite come tram.

In conclusione, la più antica locomotiva elettrica funzionante oggi in Italia potrebbe essere la “29” ma la situazione non è definitiva e, soprattutto, coinvolge sottili distinzioni fra le categorie dei rotabili.

Nella foto, da me ripresa nel 1981, si vede nella stazione di Piazza Manin la locomotiva gemella n. 28, che la Genova – Casella acquisì dalla Ferrovia Sangritana insieme con la “29” e che fu demolita nel 1998 [3]. 

 

[1] S. Garzaro, “La trazione elettrica sulla Torino – Ceres”, Rivista Ferrovie n. 216/1978

[2] A. Martinelli, “Le elettriche della Sangritana”, Rivista I Treni, n. 353 – 354/2012.

[3] C. Bozzano, R. Pastore, C. Serra, “Storia illustrata della Genova – Casella”, il Geko edizioni, 2016.
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Marco Galaverna

Nato a Genova nel 1963, si è laureato in Ingegneria Elettronica presso l’Università degli Studi di Genova e presso il medesimo ateneo ha conseguito il Dottorato in Ingegneria Elettrotecnica. Dal 1989 fornisce supporto presso la stessa Università alle attività didattiche per diversi corsi attinenti all’Ingegneria dei Trasporti. Socio dal 1990 del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani (C.I.F.I.) è stato Delegato della Sezione di Genova di tale Collegio dal 1998 al 2006. È autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche nel campo dell’Ingegneria dei Trasporti e del libro “Tecnologie dei trasporti e territorio” insieme al Prof. Giuseppe Sciutto. Dal 1992 è docente di Elettronica e materie affini presso l’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore Einaudi-Casaregis-Galilei di Genova.