DI FLAVIA CELLERINO
Il viaggio quale metafora della vita è, credo, uno dei riferimenti culturali più banali e scontati che si possano fare, ma è anche profondamente vero.
Metafora dell’errare esistenziale, il lungo percorso mediterraneo di Ulisse segna tutta la cultura occidentale, rilanciato attraverso i millenni.
Ulisse è però un eroe maschile al quale si oppone la resistenza attiva di Penelope: la sposa che attende, forte e fiduciosa, punto di arrivo finale di un vagabondaggio che è esperienza e cambiamento.
Alle donne manca una eroina errante e narrante, ma i miti e la storia ci lasciano, comunque, testimonianza di viaggi (voluti o subiti), di spostamenti e di fughe che le donne hanno sempre vissuto.
Ecate era la dea che proteggeva i viaggi così Esiodo la canta nel suo libro Teogonia, dedicato, appunto, alle divinità:
Celebro Ecate trivia, amabile protettrice delle strade,
terrestre e marina e celeste, dal manto color croco,
sepolcrale, baccheggiante con le anime dei morti,
figlia di Crio, amante della solitudine superba dei cervi,
notturna protettrice dei cani, regina invincibile,
annunciata dal ruggito delle belve, imbattibile senza cintura,
domatrice di tori, signora che custodisce le chiavi del cosmo,
frequentatrice dei monti, guida, ninfa, nutrice dei giovani,
della fanciulla che supplica di assistere ai sacri riti,
benevola verso i suoi devoti sempre con animo gioioso.
Dea dei crocicchi e protettrice delle strade, dea lunare, dea che erra sulle montagne (proteggeva forse gli alpinisti del tempo?), Ecate non era sola a muoversi tra cielo e terra, acque e Olimpo.
E come le divinità viaggiavano anche le donne: andavano ai santuari per chiedere la salvezza dei figli o la propria, viaggiavano sequestrate come schiave (non era un viaggio di piacere, ma lo era, comunque). Poco, sappiamo, purtroppo, dei viaggi di quelle donne, ma possiamo immaginare che fossero meno confortevoli, ma simili a quelli di donne altolocate dei quali abbiamo notizia.
Cleopatra nel 46 a.C. giunse dall’Egitto a Roma, dopo un viaggio marittimo ben organizzato.
Elena, madre dell’Imperatore Costantino, si recò in pellegrinaggio a Gerusalemme e sulla scorta del suo viaggio, nato anche per trovare reliquie cristologiche, nacquero leggende che superarono il Medioevo.
Teodolinda, regina dei longobardi tra VI e VII secolo d.C. scese dalla Baviera del tempo sino a Lomello Pavia per diventare sovrana longobarda e viaggiò molto nella sua vita.
Abbiamo informazioni sugli spostamenti delle feudatarie e delle regine medievali: spiccala grande mobilità di Matilde di Canossa, signora feudale che governava quasi tutta l’Italia centrale, cugina dell’Imperatore, che accolse in quel di Canossa, sua castello avito, per il famoso incontro con il Papa. Matilde per tutta la vita, a cavallo si spostò tra castelli, città e monasteri per governare con forza ed intelligenza politica un territorio al tempo strategico.
Grande viaggiatrice fu Eleonora d’Aquitania, che accompagnò il suo primo marito, Luigi, re di Francia, sino in Terra Santa. Rientrata con lui in Italia e poi in Francia, annullato il suo matrimonio con Luigi sposerà il re d’Inghilterra, Enrico Plantageneto, diventando la madre di Riccardo Cuor di Leone e continuando a spostarsi tra Francia (dove aveva i suoi personali feudi) e Inghilterra, tra congiure di palazzo, tradimenti (del marito) e riconciliazioni.
E che dire del viaggio di Giovanna d’Arco alla testa dell’esercito Francese contro gli Inglesi ?
Esempi, noti, che si moltiplicano sempre di più a partire dal Seicento e nel Settecento.
Le donne non solo viaggiano tantissimo, ma raccontano moltissimo nei loro diari e nelle loro lettere, rivelando acume, sensibilità, capacità di cogliere gli aspetti più sotterranei e complessi dei mondi che attraversano e delle diverse culture.
Viaggiano al seguito dei loro congiunti, ma molto spessano viaggiano sole: intraprendenti giornaliste, archeologhe, antropologhe, scienziate, botaniche, pittrici, esploratrici, giornaliste, eroine. In fuga oppure con viaggi pianificati nei minimi dettagli tra Ottocento e Novecento le viaggiatrici colmano il divario con gli uomini scrivendo pagine fondamentali su come e perché si deve viaggiare, sul perché le loro vite acquisissero senso in funzione dei viaggi.
Spesso il viaggio ha coinciso con la pesa di consapevolezza del valore femminile e ha portato alla rivendicazioni femministe, spesso è rimasto una intima esperienza fondativa, un ricordo di avventura.
Negli ultimi anni molti saggi hanno analizzato e descritto la storia delle viaggiatrici: Lucie Azema, Donne in viaggio, oppure Josè Ovejero , donne che viaggiano da sole; ancora Ylenia De Luca, Viaggi di donne: Olympe Audouard, Léonie d’Aunet e altre viaggiatrici dell’Ottocento francese. Se in questi giorni non potete viaggiare compratevi un libro e viaggiate così, a braccetto di tante amiche, guardano fuori dal finestrino con i loro occhi.
Per consulenza e informazioni viaggi: flavia@artesulcammino.it, elisabetta.spitaleri@celeber.it