di Alessandro Cabella

Sulla strada dell’emancipazione femminile, dopo la seconda guerra mondiale, troviamo una giovane donna, Teresa Mattei, partigiana durante la Resistenza, nel corso della quale perde il fratello.

Teresa è la più giovane donna a far parte dell’Assemblea Costituente, assemblea politica con il compito di fissare i fondamenti della Costituzione Italiana che nacque con l’affermarsi delle idee democratiche.

Fu lei infatti, alla fine di lavori il 27 dicembre, incaricata di portare al Presidente dell’Assemblea Umberto Terracini il testo da firmare.

È stata della Mattei l’idea di regalare un rametto di mimosa alle donne il giorno 8 marzo.

Su incarico di Togliatti Teresa Mattei è delegata a fissare lo stipendio dei parlamentari; insieme al sindacalista Giuseppe Di Vittorio consulta i lavoratori delle fabbriche italiane del sud e del nord Italia. Calcola un salario medio mensile di Lire 42.000 e propone il seguente stipendio ai parlamentari. I quali però protestano, pretendono una paga mensile che va dalle 300.000 alle 500.000 Lire mensili. Verranno concordate poi 80.000 Lire mensili.

La Mattei non fa segreto di essere incinta di un uomo sposato al quale vuole bene. Togliatti, segretario del PCI, le impone di rinunciare al bambino, lei risponde: «Le ragazze madri non sono rappresentate in Parlamento, le rappresenterò io».

Però Teresa Mattei alle elezioni del 18 aprile non fu candidata. Siamo alla fine degli anni 1940, per allora, lo scandalo era enorme; per l’opinione pubblica era adulterio.

Da allora molta strada si è fatta e storie come questa sono servite a far evolvere i costumi e le leggi.