di Marco Galaverna

Quest’anno ricorre il centenario dell’arrivo del primo treno ad Altare (SV). Per inserire l’evento nel giusto contesto è necessario un passo indietro nel tempo. Nel 1874 fu completato il primo collegamento ferroviario tra Savona e Torino, passante per Ferrania, San Giuseppe di Cairo, Ceva e Bra. Un po’ per la consistenza a binario unico, un po’ per la tortuosità del tracciato o la mancanza di risorse adeguate, il nuovo collegamento già dieci anni dopo l’inaugurazione era considerato insufficiente ai bisogni del porto e della città di Savona [1].

Come spesso è avvenuto in simili circostanze, nei cinquant’anni successivi si moltiplicarono gli studi, le proposte, le interpellanze a favore di una seconda ferrovia, senza che si giungesse all’inizio di alcun lavoro concreto.

Finalmente, nel 1908, le istanze si concentrarono sul progetto di una nuova ferrovia tra Savona e San Giuseppe di Cairo, il tratto appenninico che, con pendenze del 25 per mille, poneva le maggiori difficoltà d’esercizio. Nell’attesa, un miglioramento apprezzabile ma non risolutivo fu apportato dall’elettrificazione dell’ottocentesca sezione di valico Savona – Ceva, col sistema trifase, realizzata nel 1914.

Quindi, secondo il progetto approvato, dall’esistente linea in località San Giuseppe, frazione di Cairo Montenotte che, seppur in provincia di Savona, già si affaccia al versante padano trovandosi in val Bormida, fu costruita e attivata nel 1923 una breve diramazione di 6 km fino ad Altare, prima sezione del previsto collegamento verso il capoluogo. Poi, altre priorità e la guerra mondiale stornarono gli interessi delle Ferrovie e del Paese dall’entroterra savonese e per vent’anni il breve tronco San Giuseppe – Altare, predisposto per il doppio binario ma attrezzato con un binario semplice, fu esercito con la trazione a vapore e il sistema della dirigenza unica, al solo beneficio di un limitatissimo traffico locale.

Finalmente, nel dopoguerra, l’opera incompiuta ricevette una rinnovata attenzione, coronata dal completamento della tratta di 17 km Altare – Savona nel 1954. Il nuovo collegamento fra Savona e San Giuseppe fu nell’occasione elettrificato in corrente trifase (penultima elettrificazione con tale sistema in Italia, seguita soltanto dalla breve “via Granarolo” genovese) e attrezzato col blocco elettrico FS.

Penalizzate dall’accidentato tracciato a binario unico fra San Giuseppe e Ceva e dalle elevate pendenze (la “nuova” linea via Altare risultò, col 30 per mille, addirittura più acclive di quella via Ferrania dell’Ottocento), il complesso delle ferrovie di valico savonesi corrispose soltanto in parte alle aspettative. Oggi vi si svolge soprattutto un traffico di transito. Del resto, diversamente dal popoloso entroterra di Genova, il territorio alle spalle di Savona, articolato nelle valli del Lavanestro e del Letimbro, chiuse dallo spartiacque appenninico a breve distanza dal mare, non ha centri abitati rilevanti.

Altare, insediamento d’origine medievale segnato da uno spopolamento che dura da decenni, sfiora oggi i duemila abitanti, come la vicina Carcare, che non è però servita da fermata ferroviaria, mentre Bragno, Cadibona e Ferrania sono frazioni ancor meno popolose. Il trasporto pubblico locale e i collegamenti con Cairo e Savona sono garantiti dai bus extraurbani TPL (Trasporti Ponente Ligure) che, con una trentina di corse giornaliere per ogni senso, offrono lungo la strada statale n. 29 (“Colle di Cadibona”) un servizio apprezzabile, in rapporto all’esiguità del bacino d’utenza. Sul percorso Savona – Altare il bus extraurbano impiega 30 minuti, contro i 20 – 23 del treno.

L’offerta ferroviaria nel comprensorio è invece modesta: nei giorni feriali si registrano in media appena cinque coppie di treni viaggiatori che sostano ad Altare, per lo più diretti o provenienti da Alessandria. La vocazione industriale della zona è ancora viva. In particolare, le vetrerie di Altare sono attive dal dodicesimo secolo e, nel tempo, si sono distinte per la rilevanza del movimento delle materie prime nonché per le esportazioni dei manufatti, in qualità e in quantità, specialmente verso la Francia. In anni recenti, tuttavia, il trasporto delle merci funzionale all’attività delle vetrerie, minerali e prodotti, si è trasferito dalla ferrovia alla strada e così lo scalo merci di Altare è stato chiuso e smantellato. Anche lo spostamento dei viaggiatori, generato dalle attività lavorative della zona, appare oggi più soddisfatto dalla modalità stradale.

Tralasciamo di affrontare, per motivi di spazio, la questione della decadenza del trasporto ferroviario nel contesto qui accennato, limitandoci a suggerire, ai lettori che desiderassero approfondire gli aspetti storici e tecnici degli argomenti qui toccati, gli articoli [2] e [3], di cui pure si raccomanda il pregevole corredo di immagini.

 

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio Giacomo Rossi, autore della fotografia della stazione di Altare, acclusa alla presente pagina e ripresa, nello stato attuale con la ristrutturazione in corso, lo scorso 26 febbraio.

 

[1] F. Rebagliati, M. Siri, F. Dell’Amico, “I 120 anni della linea ferroviaria Torino – Savona”, DLF Savona, 1994

[2] F. Dell’Amico, “Due valichi per Savona”, Rivista I Treni, n. 61, giugno 1986

[3] M. Mingari, “La ferrovia Savona – San Giuseppe via Altare”, Rivista I Treni, n. 422, febbraio 2019.