Sei modi, linguaggi e stili diversi per alimentare la creatività e la consapevolezza del rispetto di sé e degli altri contro il bullismo. Li hanno portati sul palco della Tosse gli studenti nell’evento finale del progetto.

 

Storie vere di aggressioni tratte dalla cronaca, storie nate dalla riflessione e dall’inventiva dei ragazzi, perfomance di danza, sfide canore fra rapper che stemperano nel ritmo musicale dell’improvvisazione i conflitti, senza violenze. Sono i tanti modi, linguaggi e stili diversi, cresciuti e sviluppati dal vivo, con cui ragazzi e ragazze delle prime superiori degli istituti Cassini, Vittorio Emanuele II – Ruffini, Odero, Caboto e Natta – Dembrosis (più il Gobetti, scuola ospite all’evento finale con le bravissime studentesse del liceo coreutico) hanno portato in scena questa mattina, sul palco della Tosse, il loro impegno nei laboratori teatrali del progetto Abbasso il Bullismo! realizzato dalla Città metropolitana di Genova nel programma No Bulls Be Friends dell’Unione Province italiane, per alimentare la creatività e la consapevolezza del rispetto di sé e degli altri contro il bullismo. Un progetto complesso che oltre ai laboratori teatrali curati da Chance Eventi (in sei mattinate per ogni scuola) ha informato con seminari della Polizia di Stato i ragazzi sulla drammatica realtà del bullismo, comprese le minacce e le aggressioni virtuali sui social network contro chi è più debole, è diverso, attira l’attenzione o trasgredisce le regole imposte dai prepotenti, e attuato altri laboratori, per sviluppare le capacità di relazione e controllo delle emozioni, con le Asl 3 e 4 e Coopsse.

“Credo negli esseri umani, credo nel loro coraggio di essere umani” hanno cantato ragazzi e ragazze del Caboto concludendo la loro performance con un viaggio fra le tante (pessime) notizie di bullismo dal mondo e la buona notizia (che loro stemperano dicendo “speriamo sia vero”) secondo una statistica internazionale che mette l’Italia al secondo posto, dopo la Svezia, tra i Paesi con minor tasso di bullismo. Quella del quattordicenne Mark, trasferitosi con la famiglia da Dublino a Genova, è la storia di bullismo sconfitto dalla forza dell’amicizia del Natta –Deambrosis. A scuola il ragazzino irlandese, bersagliato in modo sempre più violento dai bulli, trova anche nuovi (e veri) amici che lo aiuteranno a tener lontani gli aggressori. Il bullismo che s’innesca online e si traduce in violenze fisiche, ma anche con la punizione dei bulli ( o delle bulle) è raccontato dal Cassini con “la storia di Chiara dove tutto parte da un sms, il resto è una storia amara” come canta il rap iniziale. Bravissime ed efficacissime anche le studentesse – danzatrici del corso di liceo coreutico del Gobetti (uno dei quattro attivi in Italia, quest’anno alla prima maturità del corso nato nel 2010/11), con la performance dolente e armoniosa sul silenzio “Non vedo – sento – parlo” di fronte a chi minaccia e martirizza gli altri.

Il tuffo di Tom, originale rielaborazione dalla cronaca vera di un giovanissimo campione di tuffi inglese (settimo alle Olimpiadi di Pechino), celebrato da tutto il pubblico, ma a scuola bersagliato dai bulli, invidiosi e intolleranti della sua fama, è stata messa in scena dal Vittorio Emanuele II – Ruffini, intensa e coinvolgente come il duello fra rapper dell’Odero che riporta alle origini del hip-hop, nato alla fine degli anni settanta nel Bronx, per insegnare a sostituire alla violenza e agli scontri fisici le sfide di parole, sciogliendo nella musica e nell’arte dell’improvvisazione i conflitti, per finire con una stretta di mano e un abbraccio. Perché, come cantano all’Odero, “il bullismo è solo un ostacolo”. Lo spettacolo nelle prossime settimane sarà replicato anche a Chiavari e Sestri Levante.

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Notizia dell’agenzia di stampa della Città Metropolitana di Genova