Foto editoriale Fazzari

Editoriale Superba maggio-giugno 2015

di Massimo Fazzari

 

Parlare oggi di DLF vuol dire parlare pure delle difficoltà economiche che questo sodalizio deve quotidianamente affrontare, affitti sempre e comunque troppo alti reclamati dal Gruppo FS, dismissioni di pezzi di patrimonio dopolavoristico, crisi economiche delle società partecipate dei DLF.

Parlare oggi di DLF è forse parlare anche della crescente disaffezione tra gli attivisti di questo ultimo, lungo e prorogato, mandato dopolavoristico.

Parlare oggi di DLF è forse parlare del lunghissimo concionare intorno ad un nuovo Statuto, che ha consumato anni di discussioni in un’epoca in cui si sta invece cambiando in pochi mesi addirittura una Costituzione.

Forse parlare del DLF oggi è anche parlare di tutto questo e del malessere, o almeno dell’indifferenza, che avvolge come un ferale sudario le tematiche dopolavoristiche.

Ma per noi, parlare oggi di DLF può anche essere, anzi vuole e deve essere, ripartire dalla reale ricchezza di questa associazione, costituita dal sodalizio dei nostri Soci: i ferrovieri in servizio, in pensione, i loro familiari e i frequentatori.

Dobbiamo riprendere questo reale patrimonio e rinnovare un’Associazione oggi soffocata da obsoleti schemi ideologici, assediata da vecchie lobby, stagnante per la lunga vacanza nel rinnovo degli organismi statutari.

Fra alcuni mesi, forse, avremo l’occasione di rinnovare i Consigli dei DLF con le prossime elezioni.

Questa è senz’altro una grande occasione per tutti i Soci del DLF per trovare, a tutti i livelli, persone giovani nelle idee che abbiano il coraggio di modificare vecchi schemi, per rompere un paradigma, in cui si assemblano i vari interessi o le singole visioni di parte; per votarsi integralmente a voler perseguire, in modo integrale, la soddisfazione delle richieste di attività, di socializzazione dei Soci, e restituire lo spirito originario per cui è nato il DLF.

Il gruppo FS ci chiede di ottimizzare le risorse che ci mette a disposizione, sono ridotte è vero, si ma la vera sfida è proprio questa ed è possibile vincerla.

Il contenuto del mio messaggio vuole essere quello dell’interesse di tutti i Soci; quello di una classe dirigente del DLF che senta l’obbligo di rivestirsi di quella originaria divisa di servizio e di costruzione delle nuove realtà dopolavoristiche, che siano rinnovate a reale disposizione dei Soci.