di Filippo Di Blasi

Centoquaranta anni, ma non li dimostra, diremmo. Sono gli anni di vita della “Macchinisti e Fuochisti”, la mutua che oggi tutti conoscono come Cesare Pozzo in omaggio ad uno dei pionieri della mutualità in Italia (Serravalle Scrivia 1853 – Udine 1898), che seppe distinguersi per le sue capacità intellettuali e organizzative, oltre che per la sua sensibilità ai problemi sociali dell’epoca. A Matera, la Città dei Sassi, dichiarata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’Umanità e designata come Capitale Europea della Cultura per il 2019, il 27 maggio scorso la Cesare Pozzo ha festeggiato i suoi “primi” 140 anni. Coordinatore del convegno: il giornalista Alessandro Cecchi Paone che ha dato ritmo e un sobrio tono informale ai lavori mantenendo sempre alta l’attenzione dei numerosi partecipanti all’evento. Di particolare effetto è stata la proiezione iniziale di un video-documentario, prodotto per l’occasione, sulla lunga storia della Mutua, nel quale lo stesso Cecchi Paone ha realizzato una “intervista impossibile” a Cesare Pozzo, facendolo rivivere, grazie ad una finzione scenica.

Il primo maggio del 1877 nasceva a Milano la Società di Mutuo Soccorso tra Macchinisti e Fuochisti delle Ferrovie dell’Alta Italia, raccogliendo iscrizioni tra soggetti che lavoravano in diverse città nel Nord. L’aver avuto fin dalle origini un insediamento non solo locale e rivolgendosi via via non solo ai ferrovieri ma a tutti i lavoratori dei trasporti e, poi, ai cittadini le ha garantito una base associativa ampia che è una delle ragioni della sua longevità. La storia della Mutua Cesare Pozzo s’intreccia, com’è evidente, nella seconda metà dell’Ottocento, con la crescita del mutualismo, forma indispensabile di tutela dei lavoratori in un periodo storico in cui non esisteva in Italia alcuna forma d’assistenza sanitaria, né previdenziale né antinfortunistica. Basti pensare a quali conseguenze poteva condurre la morte o l’invalidità di un uomo o di una donna che, come unica ricchezza, possedeva solo la forza delle proprie braccia. Era facilissimo, infatti, incappare in un infortunio sul lavoro, perdere ad esempio un braccio o una gamba in un ingranaggio e rimanere invalido/a per il resto della vita, senza alcuna tutela, né per sé né per la propria famiglia che si sarebbe trovata in assolute condizioni di povertà. Mi vengono alla mente i protagonisti delle opere del Maestro Giovanni Verga, le loro lotte per la vita, la sopraffazione del più forte, tutelato da leggi classiste, l’interesse individuale perseguito fino allo spasimo, lo sforzo quotidiano dei poveri per migliorare la propria condizione sociale, ecc. Il mutuo soccorso, cioè l’unione dei deboli basata sulla solidarietà è stata la risposta che, storicamente, ha introdotto le prime forme di tutela in Italia. Più precisamente le Società di mutuo soccorso (SMS) sono state le prime libere organizzazioni che si sono occupate fin dall’Ottocento del welfare socio assistenziale, come diremmo oggi. Le SMS, nate come associazioni senza scopo di lucro, a cui le persone aderivano in maniera volontaria, su base territoriale o professionale per scopi di mutuo aiuto, realizzavano forme di tutela dei lavoratori in caso di malattia, vecchiaia e morte, assicurando aiuti ai Soci ed alle loro famiglie quando occorreva. La grande idea del mutuo soccorso si fece spazio nelle coscienze dei lavoratori perché sopperiva al deficit pubblico, facendo scattare la solidarietà del gruppo dei consociati al verificarsi di qualche disgrazia verso gli stessi. L’importanza di queste forme auto organizzative è stata veramente notevole se si riflette sul contingente periodo storico, in cui non esistevano diritti in genere, non esisteva lo sciopero come strumento di lotta ecc. L’idea vincente, nonché principio ispiratore del mutuo soccorso è, infatti, quello della ripartizione del bisogno del singolo all’interno di un gruppo di persone autorganizzate. L’assistenza a ogni singolo Socio è, infatti, erogata grazie all’utilizzo di parte delle quote versate da tutti. L’ottocentesca idea mutualistica, oggi, è tornata prepotentemente attuale soprattutto in termini di mutualità sanitaria integrativa.

La natura Non Profit delle organizzazioni mutualistiche consente, infatti, di privilegiare l’aspetto dell’efficienza gestionale non per produrre un lucro da dividere a fine esercizio con gli azionisti, ma nel fare ottenere ad ogni Socio ed assistito il massimo vantaggio di una tutela di qualità con il costo più contenuto possibile. La Cesare Pozzo, oggi, è la più grande mutua sanitaria d’Italia, capace di confrontarsi con i grandi gruppi assicurativi e, quindi con imprese Profit. E’ una realtà consolidata: grazie alla stabilità economica raggiunta e ai suoi collaboratori volontari può offrire a costi molto vantaggiosi, una vasta gamma di prestazioni in grado di alleggerire il peso delle spese sanitarie di tutta la famiglia offrendo ai propri soci l’opportunità di compensare alcuni costi sanitari e sociosanitari particolarmente onerosi. L’adesione è libera e la durata del rapporto associativo è indefinito, essendo data unicamente al socio la facoltà di recesso. Il nucleo familiare include sempre il coniuge, anche in condizione di convivenza e i figli, fino a diciotto anni, e fino a venticinque anni se fiscalmente a carico (ma si può estendere anche fino a trentacinque anni). La Cesare Pozzo gestisce anche Fondi sanitari integrativi di origine contrattuale e, nel 2010, ha dato vita insieme alla mutua francese Harmonie mutuelle alla Società Cooperativa Europea (SCE). Pur essendo passato tanto tempo dalla sua nascita il Sodalizio non è affatto invecchiato, ma vivo e vegeto e sempre pronto alle sfide che si presentano giornalmente. In Liguria la Cesare Pozzo vanta circa 8000 soci (e quindi assiste oltre 25 mila persone), distribuiti in tutte le province, ma anche a Sestri Levante e Albenga, ove vi sono sportelli solidali. Qui i soci espletano le proprie pratiche, chiedono delucidazioni, ecc, ma, soprattutto, si relazionano, fisicamente, con un collaboratore volontario che li assiste. Molte sono le iniziative che in Liguria la Cesare Pozzo sta portando a termine: dal Progetto DAE, che di recente ha visto l’inaugurazione di un defibrillatore pubblico a favore della cittadinanza a Genova Castelletto in collaborazione con la Croce Blu Castelletto, del Municipio Centro Est, 118, ANPASS ed altri, alla collaborazione con l’Associazione italiana Sclerosi Multipla a favore dei malati, dipendenti e volontari AISM, a vari progetti di mutualità mediata. Nel festeggiare i 140 dalla fondazione della Cesare Pozzo una considerazione è d’obbligo. La Mutua negli anni ha resistito a sconvolgimenti sociali epocali, ha visto la nascita delle cooperative, sue figlie, del sindacato, di tanti partiti politici. E’ sopravvissuta a due guerre mondiali. Ha resistito al Fascismo, rinascendo più forte e determinata di prima. E’ stata uno dei luoghi in cui la democrazia in Italia è rinata. Ha vissuto il dopoguerra e la ricostruzione dell’Italia democratica. Ha superato la strategia della tensione, i bui anni di piombo e la nascita della seconda Repubblica.

La Mutua c’era, c’è e ci sarà sempre, finche i Soci lo vorranno!