di Marco Galaverna

Per superare un dislivello in uno spazio contenuto, nella costruzione di una ferrovia si è qualche volta ricorso a un tracciato elicoidale. Un’elica propriamente detta si ha dove il binario, seguendo un percorso circolare o ellittico o di forma irregolare, sovrappassa se stesso, dopo aver compiuto un giro che può essere completo, cioè di 360 gradi, oppure no. Qua e là si legge l’attribuzione di “elicoidale”, ritengo impropria, anche a tracciati che non descrivono una vera elica ma seguono piuttosto un andamento a ferro di cavallo (vedi quelli noti di Antrodoco e di Capistrello) o a “S”, il più famoso dei quali si trova lungo la ferrovia Porrettana.

Le vere eliche, nelle ferrovie italiane oggi in esercizio, non sono numerose. Ne abbiamo una a Trasquera, vicina all’imbocco lato Italia della galleria del Sempione, tratto in realtà gestito dalle Ferrovie Svizzere, una a Vernante, fra Cuneo e Limone Piemonte, una fra Savona e S. Giuseppe di Cairo, sulla linea di Altare, una fra Salerno e Mercato S. Severino e una a Ragusa (linea Siracusa – Caltanissetta). Tranne la prima, le restanti sono tutte sulla rete RFI. Sulla linea Limone – Ventimiglia troviamo ulteriori tre eliche ma in territorio francese. Fuori dell’ambito RFI, vari percorsi elicoidali furono costruiti per ferrovie in concessione, nessuna delle quali però è attualmente in esercizio regolare: alcune conservano, o hanno conservato fino a un recente passato, uno sporadico esercizio turistico, come la Cosenza – S. Giovanni in Fiore, lungo la quale si trova un’elica dopo Pedace, altre sono chiuse da decenni e in qualche caso disarmate.

Va infine ricordato che una vera e propria elica si trova altresì sul percorso della linea M1 della metropolitana di Napoli, che non troviamo sugli orari Trenitalia ma presenta binari tradizionali e impianti di tipo ferroviario.

In Italia nessuna elica ferroviaria si svolge a cielo aperto: esse hanno un percorso del tutto o in parte in galleria; eliche a cielo aperto si trovano su ferrovie estere. Ma quale dislivello può superare un tracciato elicoidale? Vediamo l’esempio di Ragusa, dove il binario si snoda lungo una circonferenza quasi completa, di raggio 300 metri, per metà in galleria: con un percorso circolare di quasi 1,8 km e una pendenza media del 17 per mille, il binario sale di circa trenta metri.

Un tracciato elicoidale si trova pure lungo il raccordo Voltri – Borzoli ma in questo caso non abbiamo una linea che passa sopra se stessa, poiché il raccordo passa sotto la Genova – Ovada, a cui si congiunge appunto a Borzoli, la quale è considerata una linea distinta.

I tracciati a elica sembrano in contrasto con le caratteristiche di una ferrovia moderna e veloce. Eppure non risalgono agli albori della storia ferroviaria: la più antica, in Italia, quella di Vernante, fu costruita nel 1891 ma le restanti sono tutte del Novecento.

Concludiamo con una curiosità. Circa vent’anni or sono, nell’ambito di una collaborazione con la Facoltà di Ingegneria di Genova, ebbi l’opportunità di seguire lo svolgimento di una tesi di laurea che proponeva il prolungamento della ferrovia Genova – Casella dall’esistente terminale di Piazza Manin a Brignole. Considerata la natura dei luoghi, il progetto sviluppato nella tesi suggeriva un nuovo tracciato con più eliche sovrapposte, tutte in galleria, avente origine in un punto del binario tra via Burlando e S. Pantaleo e termine nel luogo ove oggi si trova il capolinea della metropolitana. Proprio la realizzazione di quest’ultima renderebbe oggi inattuabile il progetto nei termini allora indicati ma l’opportunità di avvicinare al centro città il terminale della Genova – Casella rimane una questione interessante.

Nella figura, il confronto tra un percorso “a S” (ferrovia Porrettana) e una vera elica, quella di Vernante.
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Marco Galaverna

Nato a Genova nel 1963, si è laureato in Ingegneria Elettronica presso l’Università degli Studi di Genova e presso il medesimo ateneo ha conseguito il Dottorato in Ingegneria Elettrotecnica. Dal 1989 fornisce supporto presso la stessa Università alle attività didattiche per diversi corsi attinenti all’Ingegneria dei Trasporti. Socio dal 1990 del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani (C.I.F.I.) è stato Delegato della Sezione di Genova di tale Collegio dal 1998 al 2006. È autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche nel campo dell’Ingegneria dei Trasporti e del libro “Tecnologie dei trasporti e territorio” insieme al Prof. Giuseppe Sciutto. Dal 1992 è docente di Elettronica e materie affini presso l’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore Einaudi-Casaregis-Galilei di Genova.