di Marco Galaverna

Presenza silenziosa, ma indispensabile, accanto ai treni in corsa è quella degli impianti fissi. Soltanto in ambito ferroviario, mi sembra, è ancora in uso il termine di “linee primarie” per indicare gli elettrodotti che alimentano le ferrovie elettrificate.

Agli albori della trazione elettrica, non esistevano ancora le reti di distribuzione di elettricità per gli usi civili e industriali come oggi le conosciamo. Perciò le aziende ferroviarie dovettero assumersi l’onere di produrre con proprie centrali l’energia necessaria e di trasportarla con proprie linee verso i luoghi di utilizzo. Da subito si comprese la convenienza di concentrare in pochi impianti la produzione di energia e di trasmetterla in alta tensione lungo linee posate accanto ai binari elettrificati, alimentati a distanze regolari da cabine di trasformazione che, sempre in ambito ferroviario, assunsero la denominazione di S.S.E. (Sottostazioni Elettriche). Queste avevano e hanno il compito di collegare le linee in alta tensione, tramite opportune conversioni di frequenza o da corrente alternata a continua, ai conduttori di contatto dei treni.

Le due più antiche linee primarie realizzate in Italia per l’esercizio ferroviario furono entrambe del 1901. Una fu costruita tra Colico e Chiavenna e tra Sondrio e Lecco, da qui poi estesa via cavo fino a Monza, per l’elettrificazione col sistema trifase delle linee valtellinesi, e alimentata a 20 kV dalle centrali di Morbegno e Robbiate. L’altra, per la tensione di 45 kV, fu costruita fra Milano Bovisa e Gazzada (VA) in occasione dell’elettrificazione della ferrovia Milano – Porto Ceresio [1].

Successivamente, per l’elettrificazione dei Giovi fu posata nel 1910 una linea primaria Genova – Ronco Scrivia, alimentata a 16 kV dalla centrale della Chiappella, che era sita dove ora sorge il “Matitone”; essa fu sostituita nel 1925 da due linee a 60 kV, valore di tensione che divenne lo standard nel grande sviluppo di linee primarie che le FS realizzarono per le elettrificazioni degli anni Venti e Trenta, a partire dalla Ronco Scrivia – Sangone (TO) del 1920.

Nel tempo, la rete di linee primarie delle FS, per lo più esercitate alla tensione di 66 kV, superò i 9000 km di estensione ma in più occasioni, non essendo la gestione di elettrodotti una missione specifica di un’azienda ferroviaria, si prefigurò una possibile cessione di tale rete all’ENEL. Infine, nel dicembre 2015, fu firmato il contratto per il passaggio a Terna S.p.A. (Gruppo ENEL) di 7510 km di linee primarie RFI (Gruppo FS).

In quella circostanza, sorsero dei dubbi sulla convenienza di trasferire all’ENEL gli elettrodotti più antichi, situati in sede ferroviaria, per accedere ai quali, in occasione di manutenzioni e riparazioni, l’ENEL avrebbe dovuto prendere accordi con le stesse ferrovie. Infatti, limitandoci alla Liguria, sono rimasti a RFI vari tratti di linee primarie a 66 kV, come quelli fra Sampierdarena, Acquasanta e Trasta, fra Trasta, Mignanego, Busalla e Arquata nonché la diramazione fra Busalla e Pianezza (val Fontanabuona).

Le fotografie propongono due casi emblematici, per i quali il trasferimento della linea elettrica all’ENEL avrebbe creato qualche problema di competenza: un sostegno della primaria Trasta – Mignanego integrato nell’ex – magazzino merci di Pontedecimo (Figura 1) e uno dei vari sostegni che, fra Sampierdarena e Bolzaneto, sorreggono sia la primaria a 66 kV c.a. sia la linea di contatto dei treni a 3 kV c.c. (Figura 2).

[1] M. Loria, “Storia della trazione elettrica in Italia”, Giunti, Firenze 1971.
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Marco Galaverna

Nato a Genova nel 1963, si è laureato in Ingegneria Elettronica presso l’Università degli Studi di Genova e presso il medesimo ateneo ha conseguito il Dottorato in Ingegneria Elettrotecnica. Dal 1989 fornisce supporto presso la stessa Università alle attività didattiche per diversi corsi attinenti all’Ingegneria dei Trasporti. Socio dal 1990 del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani (C.I.F.I.) è stato Delegato della Sezione di Genova di tale Collegio dal 1998 al 2006. È autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche nel campo dell’Ingegneria dei Trasporti e del libro “Tecnologie dei trasporti e territorio” insieme al Prof. Giuseppe Sciutto. Dal 1992 è docente di Elettronica e materie affini presso l’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore Einaudi-Casaregis-Galilei di Genova.