di Laura Andrei – Segretaria Generale Filt Cgil Liguria

Chissà se questi saranno gli anni nei quali vedremo finalmente aumentare le quote di traffico merci su ferro dal porto di Genova. I progetti di potenziamento del nodo ferroviario genovese ed i collegamenti del porto al terzo valico, seppur completati con enorme ritardo rispetto alle previsioni, dovrebbero costituire Il punto di partenza per iniziare ad aumentare consistentemente le quote di merci trasportate via ferro da e per gli scali di Sampierdarena e di Voltri. Le opere di interconnessione tra le reti principali e gli scali portuali e i necessari parchi di manovra per treni di 750 metri, costituiscono quindi condizione fondamentale, insieme ad una accelerazione nella digitalizzazione dei processi di gestione dei flussi, per rendere più fluido il traffico via treno, incrementandone consistentemente i volumi.

Le numerose ispezioni del Ministero dei Trasporti sui ponti e i viadotti liguri hanno prodotto chilometri di cantieri che dureranno per anni, obbligando i decisori politici a pensare e realizzare soluzioni alternative alla viabilità autostradale. I fondi europei del Pnrr hanno aiutato ad accelerare gli iter di realizzazione di numerose opere in un’ottica di maggior sostenibilità ambientale. La realizzazione della nuova diga foranea, che ha l’obiettivo di aumentare la capacità dei terminal consentendo l’accesso a navi più grandi, se non viene accompagnata da un serio potenziamento delle reti di connessione al porto non farà che peggiorare le condizioni di congestionamento del traffico in città. L’implementazione delle nuove tecnologie dovrà necessariamente essere accompagnata dal potenziamento della rete anche verso Levante e Ponente, magari ripristinando i binari di precedenza improvvidamente rimossi durante gli ultimi decenni, per tornare ad aumentare la capacità anche a beneficio dei treni viaggiatori negli orari di punta. Considerata anche la carenza di personale nel settore dell’autotrasporto, sia per le complicate condizioni di lavoro che per le retribuzioni non adeguate, non ci resta che auspicare che anche tutto il mondo dell’impresa si impegni per incentivare il trasporto ferroviario delle merci. Da anni ormai registriamo favorevolmente la decisione dei grandi operatori della logistica di investire anche in imprese ferroviarie, in una logica di filiera verticale, che va dalle navi ai terminal, dai treni fino all’ultimo miglio. Si tratta di importanti occasioni di sviluppo.  A questo punto al sindacato non resta che andare a contrattare adeguate condizioni normative e retributive per il personale delle imprese merci (a capitale pubblico o privato) che sicuramente vedranno il loro sviluppo esplodere sul nostro territorio nei prossimi anni, per il personale chiamato a realizzare le nuove opere, per lavoratrici e lavoratori impegnati nell’implementazione delle nuove tecnologie nella circolazione. Insomma una conversione del settore che una volta tanto potrebbe essere a saldo positivo, a patto che ci si impegni ad investire adeguatamente sulla formazione degli addetti e su contratti di lavoro stabili.